Pisanu e l'antimafia bacchettano Maroni

mercoledì 13 ottobre 2010


A Beppe Pisanu, Presidente dell’Antimafia, i conti non tornano e in un incontro con i giornalisti ha dichiarato che "qualcuno non sta facendo il proprio dovere".Gli fanno eco Angela Napoli, Fabio Granata (Fli), Luigi Li Gotti (Idv) e Laura Garavini (Pd) che hanno denunciato la “non volontà” da parte delle prefetture di Mantova, Messina, Agrigento, Bolzano e Catania che non si sono presa la briga neppure di rispondere alle richieste della “commissione”. 

A Beppe Pisanu, Presidente dell’Antimafia, i conti non tornano e in un incontro con i giornalisti ha dichiarato che"qualcuno non sta facendo il proprio dovere". Gli fanno eco Angela Napoli, Fabio Granata (Fli), Luigi Li Gotti (Idv) e Laura Garavini (Pd) che hanno denunciato la “non volontà” da parte delle prefetture di Mantova, Messina, Agrigento, Bolzano e Catania che non si sono presa la briga neppure di rispondere alle richieste della “commissione”. Parzialmente l’hanno fatto Milano, Viterbo, Bergamo, Latina, Terni, Isernia, Savona, Enna ed altre con comunicati ritenuti non soddisfacenti.
Secondo gli atti della commissione “Antimafia”, la lista nera dei Consiglieri e Assessori comunali invischiati in faccende mafiose e torbide ammontano ad un centinaio. Angela Napoli rincara la dose e lamenta che la lista è scarna per la mancata collaborazione da parte delle prefetture. Tutta l’Antimafia se la prende con Maroni il quale è reo di non avere dato forza e consistenza alla richiesta della commissione.
Laura Garavini, capogruppo del PD, sostiene che già prima del voto il Pd aveva fornito all'Antimafia un elenco di 18 candidati "sospettati". È lei a fare i primi nomi: "Roberto ConteeAlberico Gambino, eletti in Consiglio regionale alle ultime elezioni in Campania, sono stati sospesi a seguito delle pendenze penali (entrambi condannati in primo grado, il primo per mafia il secondo per peculato) ma ad oggi continuano a percepire le indennità previste per le cariche elettive. Conte era inserito in una lista civetta che sosteneva il candidato del Pdl Caldoro, mentre Gambino era nella lista del Popolo della libertà".
A questo punto dobbiamo ritenere che anche la parte “leghista” del governo snobba l’iniziativa della commissione per celare oscuri interessi mafiosi.
Il fenomeno è talmente radicato che non riguarda più solamente il sud ma pure quella “Padania” tanto declamata da Bossi e compari.
Sarebbe interessante che la commissione rendesse pubblico il materiale che ha raccolto finora.
Il governo viaggia a slogan e fa la conta dei mafiosi catturati. Come mai, proprio il PDL che vanta il primato della lotta, ora non collabora? Che ha da nascondere ancora?
In verità la lotta alla “mafia” la fanno quei poliziotti, per lo più sconosciuti, con uno stipendio da fame, che tutti i giorni rischiano la vita, e ai quali il governo ha tagliato i fondi. Poi arrivano i politici, che magari non hanno neppure assolto agli obblighi di leva, è si fanno vanto delle guerre vinte.
Ci aspettiamo ora che il governo, tramite i giornali e le TV del premier, tirino fuori qualche dossier per fare parlare d’altro e lasciare che l’antimafia vada nel dimenticatoio.

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