Berlusconi alla frutta. Chiede i voti ai fascistelli di Storace

martedì 21 settembre 2010

Dopo il teatrino deprimente di agosto, della politica italiana, siamo arrivati a quello ancora più squallido di settembre.
Alla festa della Destra di Storace, davanti ad una folla di vecchi tromboni incravattati e dame d’altri tempi, il premier dal palco rincara la dose a Fini, rinfacciandogli le colpe della situazione politica di fine luglio.
Berlusconi, con la sua tipica falsa cordialità, ricorda al gerarca Storace la loro antica amicizia, fatta anche di scontri leali guardandosi negli occhi. L’eroe di Macherio, il trasformista di Arcore e Cavaliere della Brianza leghista, si augura pure che nel prossimo futuro un membro di questa brodaglia, trita di vecchio fascismo scolorito, possa ricoprire una carica governativa. A questo punto ci mancava che Berlusconi si assentasse solo un momento per ritornare sul palco con la divisa e stivaloni, cimeli regalatigli dal suo amico, macellaio di Tripoli e beduino, con seconda residenza in una tenda nei pressi di un parco romano.
il Presidente del Consiglio passa poi ad incensarsi con i soliti ritornelli propagandistici. “L’Italia”, dice, “è un paese di benestanti e l’85% ha una casa”. Peccato che non ci racconti di quelle numerose famiglie che non pagano le rate del mutuo per mancanza di fondi; peccato che non ci ricordi di quante unità è aumentata la disoccupazione (vedere gli ultimi dati pubblicato dalle camere di commercio). Riguardo alle pensione afferma che l’età media degli italiani si è elevata notevolmente e che quindi possano andare in pensione in età più avanzata. Perché non lo va a raccontare alle migliaia di ultracinquantenni che un lavoro non lo troveranno mai? Se già i giovani fanno la fila per trovare un lavoro precario, chi se lo assume un sessantenne? Ma lo sa il nostro Casanova brianzolo che è più facile fare una rapina in banca che trovare uno straccio di lavoro?
Se il premier non avesse visitato Storace, a elemosinare voti e consensi ed a ravvivare con la sua presenza da comico alla Mediaset, questa festa sarebbe passata inosservata, e i vecchi tromboni che lo hanno applaudito, avrebbero potuto continuare a sonnecchiare in attesa di assalire il buffet, dopo i noiosi e ritriti ritornelli da palcoscenico di vecchi regimi.

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